Il baskin è uno Sport (con la S maiuscola) che si ispira al basket ed è pensato per permettere a normodotati e disabili di giocare nella stessa squadra. Una piccola grande rivoluzione!
Il baskin è nato a Cremona in un contesto scolastico dalla collaborazione tra genitori, insegnanti di educazione fisica e di sostegno. Questo progetto ha visto la collaborazione, in quello che viene definito “lavoro di rete”, di realtà scolastiche e di associazioni del territorio, ognuna delle quali ha contribuito, con la propria specificità, al suo successo. Anche il Comune di Cremona ha patrocinato e sostiene lo sviluppo di questa iniziativa. Nel 2006 è nata l’Associazione Baskin onlus che costituisce il riferimento nazionale per questa attività e per tutti i progetti ad essa ispirati.
E’ un’attività sportiva nuova che ha caratteristiche particolari e innovative. Un regolamento, composto da 10 regole, ne governa il gioco conferendogli caratteristiche incredibilmente ricche di dinamicità e imprevedibilità. Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a giovani e meno giovani, normodotati e disabili, di giocare nella stessa squadra. composta sia da uomini che da donne!). In effetti, il baskin permette la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo di disabilità (fisica e/o mentale) che consenta il tiro in un canestro. Si mette così in discussione la rigida struttura degli sport ufficiai e questa proposta diventa un laboratorio di società.
Le 10 regole valorizzano il contributo di ogni componente della squadra: infatti il successo comune dipende realmente da tutti.
Il regolamento del baskin adatta:
- il materiale;
- lo spazio;
- le regole;
- le consegne.
Anche le persone normodotate beneficiano di questo percorso, infatti nel baskin esse imparano ad inserirsi e ad organizzare un gruppo che conta al suo interno gradi di abilità differenti. Essi devono così sviluppare nuove capacità di comunicazione mettendo in gioco la propria creatività e instaurando relazioni affettive anche molto intense. Inoltre la condivisione degli obiettivi sportivi con le persone disabili permette loro di apprezzare le ricchezze e le capacità che la diversità porta con sé.
Riguardo alle persone disabili, dopo alcuni anni di attività i risultati raggiunti sono considerevoli: è aumentata la fiducia in loro stessi, la capacità di coniugare il sacrificio con il piacere, sono cresciute le abilità psicomotorie e quelle di interazione con gli altri.
Questo adattamento, che personalizza la responsabilità di ogni giocatore durante la partita, permette di superare positivamente la tendenza spontanea ad un atteggiamento “assistenziale” a volte presente nelle proposte di attività fisiche per persone disabili.
La rivoluzione del Baskin è uscire da questa logica, l’assistenzialismo non c’è più e al suo posto troviamo agonismo, tensione, condivisione… insomma, esattamente tutto ciò che caratterizza una squadra “normale”! Non solo normodotati e disabili insieme ma anche ragazzi e ragazze! Tutto ciò rappresenta l’apoteosi dell’inclusione, io e te con le nostre seppur diverse abilità siamo chiamati a dare il 100% per portare a casa la vittoria; a nessuno dei due è concesso di arrendersi, stiamo condividendo la stessa fatica, la stessa emozione, la stessa delusione talvolta, ma lo facciamo insieme.
La grande forza nuova del Baskin è quella di saper superare le nostre disabilità, o meglio, è quella di fare delle nostre diverse abilità un punto di partenza. Ciascuno, nel proprio ruolo, è chiamato a giocare una parte determinante all’interno del gruppo. Non si cerca di dire che siamo tutti uguali o semplicemente detentori di abilità differenti, questo sarebbe probabilmente molto ipocrita; la disabilità è il punto di partenza, è il motore includente e non discriminante. Riconosciamo le nostre diversità e la tua disabilità e insieme ne facciamo energia integrante, per dimostrare che possiamo essere ugualmente incisivi e fallibili nel grande gioco del Baskin, e della vita in generale.
Obiettivi: sviluppare una nuova cultura improvvisa favorendo l’apprendimento di un nuovo sport capace di esaltare concretamente i principi e i valori di una società inclusiva , attraverso una reale e visibile collaborazione che valorizza le capacità di ciascun/a giocatore / giocatrice e sfida le barriere tra lo sport “per disabili” e lo sport “per normodotati”, nonché tra lo sport maschile e lo sport femminile.
Obiettivi specifici:
- offrire a ciascun giocatore un’opportunità concreta di esprimere al meglio le proprie potenzialità e di vivere il piacere di trovare un proprio ruolo, pienamente riconosciuto dagli altri;
- migliorare le competenze motorie dei partecipanti;
- aiutare i giocatori a cogliere il senso, il valore, il piacere dell’aggregazione, la condivisione e la socializzazione tra persone anche molto diverse tra loro nella mente e nel corpo;
- educare a poter contare su tutti e dover imparare a investire su ognuno se si vuole raggiungere l’obiettivo finale.
Metodologia: Settimanalmente i giocatori si allenano insieme agli educatori e agli operatori, i quali supportano ciascuna squadra dall’inizio alla fine.
L’intervento educativo è personalizzato e al contempo viene realizzato un contesto di gruppo / squadra volto all’integrazione di tutti i componenti, avendo come oggetto di attenzione non il deficit di qualcuno, ma il successo di tutti.
Durata: due ore di allenamento pratico, per conoscersi, entrare in relazione, conoscere / ricordare le regole e le dinamiche di gioco; nella fase finale dell’allenamento si proverà a partecipare a una vera e propria partita.
Periodo di svolgimento: la fascia oraria compresa tra le 10:00 e le 12:00 del mattino.
Risorse: si utilizzeranno le palestre delle cooperative attrezzate e che offrono la disponibilità, i piccoli attrezzi in dotazione, palloni e i canestri da baskin.
Docenti istruttori: un’equipe di educatori formati della rete
Servizi coinvolti: C.S.E. e C.D.D. / C.S.E. di altre cooperative sociali della provincia di Brescia (“il Vomere” di Travagliato, “CVL” di Lumezzane, “Il Cammino” di Castel Covati, “Il Quadrifoglio fiorito” di Calvisano, “La Nuvola” di Gussago)